“Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».”
Gv 13, 1-15
La messa del Giovedì Santo, è sempre stata una di quelle messe più curiose e più seguite da noi bambini del catechismo.
Forse perché non vedevamo l’ora di scoprire chi fosse il povero malcapitato che doveva farsi lavare i piedi quell’anno, o semplicemente perché alla fine della messa ci attendeva sempre una pagnotta di pane di semi di finocchio da poter portare a casa e condividere con la famiglia come simbolo di questa giornata, fatto sta che era una di quelle messe a cui tutti abbiamo sempre partecipato volentieri.
SIGNIFICATO
Con il Giovedì Santo finisce la Quaresima ed il digiuno penitenziale. In questo giorno vengono svolte due cerimonie: la prima al mattino nelle cattedrali dove il vescovo consacra l’olio del crisma utilizzato l’anno successivo per i vari sacramenti, la seconda avviene nel pomeriggio in tutte le chiese con la messa “in Coena Domini” cioè della “Cena del Signore“. Secondo i Vangeli Gesù e i suoi 12 Discepoli mangiarono esattamente come la tradizionale Pasqua ebraica, la festa degli azzimi, e quindi agnello e pane senza lievito da qui “azzimo“.
Durante la lettura del Vangelo di Giovanni, assistiamo al racconto dell’ultima cena e della “Lavanda dei piedi“. Gesù durante la cena prese un asciugatoio se lo cinse in vita, mise dell’acqua in un catino ed iniziò a lavare i piedi dei discepoli.
Tale gesto fece scalpore fra i discepoli, poiché, la lavanda dei piedi era un dovere dello schiavo verso il padrone e per questo Simon Pietro si oppose, anche se Gesù lo convinse dicendogli: “se non lo riceverai non sarai parte di mè”.
Dopo la lavanda dei piedi, Gesù, iniziò a parlare del tradimento che sarebbe avvenuto, creando tristezza ed incredulità fra gli apostoli.