Resistente come l’acciaio e delicato come una tela di ragno.
Wallace H. Carothers
Iconiche e sensualissime, rese cult dalle dive del cinema, le calze hanno segnato rivoluzioni ed evoluzioni della moda femminile. Questo morbido tessuto avvolge con delicatezza le gambe nude delle donne, la sua brillantezza e la sua forma, allungano le gambe attirando gli sguardi. Che sia di tendenza, classico, discreto o all’avanguardia, un bel paio di collant rimane il modo migliore per mettere in bella mostra le gambe.
LA NASCITA DEL NYLON
Era il 1935 quando Wallace H. Carothers, chimico americano, nei laboratori della DuPont di Wilmington nel Delaware, scoprì il poliammide 6.6, da cui poter produrre un filamento continuo simile alla seta. Un’invenzione made in USA, brevettata nel 1937, che di lì a breve si sarebbe inevitabilmente intrecciata alla storia della moda femminile e della femminilità, segnando una vera e propria rivoluzione nel mondo delle calze da donna.
Il termine “nylon” deriva dalla parola “No-Run” (non si smaglia), questo era il nome scelto dai ricercatori per chiamare il loro nuovo prodotto. Dato che il settore pubblicità della DuPont non era convinto di questo nome, inizialmente si pensò di invertire le vocali (“Nuron”) e poi di cambiare ulteriormente la parola in “Nulon”. Tuttavia, in base ad alcune considerazioni relative alla legge sulla protezione del marchio non fu permesso di utilizzare questo nome, pertanto si continuò a cercare finché si approdò al nome “Nylon”.
Le 4000 paia di calze di nylon prodotte per eseguire il test di prova vennero vendute in sole tre ore. Solo dopo questa vendita di prova, il 15 maggio 1940 ebbe inizio la vendita ufficiale in tutto il Paese, e nei primi quattro giorni vennero venduti 4 milioni di paia di calze. Questa giornata divenne così memorabile che la DuPont lo ribattezzò l’N-Day.
L’invenzione delle calze di nylon fu accompagnata da una fortissima campagna di comunicazione con la volontà di sbaragliare la leadership delle tradizionali calze di seta (che veniva importata dal Giappone), al punto da attrarre a Wilmington donne in arrivo da New York o da Philadelphia, il cui unico scopo era acquistare un paio di queste rivoluzionarie calze velate, molto più comode rispetto a quelle in seta e a zero rischio di smagliature.
LE CALZE DURANTE GLI ANNI DELLA GUERRA
Dopo il 1942, ossia dopo l’ingresso degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale, il nylon assunse un nuovo ruolo. Grazie alla sua resistenza, suscitò l’interesse delle forze armate, e così, la produzione delle calze di nylon subì un forte arresto sia per motivi bellici sia per questioni economiche: negli Stati Uniti il vecchio Zio Sam faceva appello a tutte le donne americane perché donassero le loro calze necessarie per la riconversione bellica, e l’intera produzione di nylon fu destinata alla costruzione di paracaduti.
Fu proprio per l’assenza di calze che in quel periodo, l’ingegno femminile portò le donne a disegnarsi righe nella parte posteriore delle gambe per simulare la cucitura delle calze (e dissimularne la mancanza), ma non appena, nel dopoguerra, le calze in nylon tornarono sul mercato conobbero un ulteriore boom. Grazie alla loro praticità, le calze non solo erano diventate ancor più desiderabili, ma si trasformarono anche in un simbolo indiscusso di seduzione e femminilità.
E così, le calze in nylon, divennero ormai parte indispensabile, della lingerie femminile, e di ogni guardaroba, al punto che negli Stati Uniti si diffusero anche distributori automatici agli ingressi dei negozi.
LO SVILUPPO DELLE CALZE
Dagli anni 50 in poi, il mondo della calza subì molteplici novità e cambiamenti.
Fu proprio negli anni 50 che si decise di eliminare le iconiche cuciture sul retro, ma non finì qui, la novità più importante riguardò proprio la scelta di nuove varianti di colore. Inoltre si pensò anche ad aggiungere maggiori velature, dando così vita alla nascita delle calze nude.
Nel 1959 la DuPont brevettò anche la lycra, un materiale impiegato per rendere le calze più elastiche e resistenti, che riscontrò un grande successo con la nascita, negli anni 60, della minigonna di Mary Quant e degli hot pants.
Gli anni 60 divennero così memorabili anche perché proprio in questi anni, le calze, videro introdursi un ulteriore grande novità: l’arricchimento di scritte, intarsi e ricami, catturando subito l’attenzione degli stilisti che iniziarono a considerare le calze come un capo essenziale tanto quanto gli altri.
Negli anni ‘70, indipendentemente dai pregiudizi, spopolarono anche i collant in pizzo e tra gli anni ‘80 e ‘90 arrivarono i fuseaux, spinti dalla grande diffusione dell’abbigliamento sportivo, e le calze autoreggenti, accompagnati in passerella anche da quelle coprenti, colorate, 100 denari e velatissime nere e a rete.
LE CALZE NEL CINEMA
Il cinema, sin dagli albori, iniziò a mostrare meravigliose donne in calze velate, pronte a esercitare tutto il loro fascino in lingerie sexy e reggicalze. La prima fu la divina Louise Brooks protagonista del film muto Rolled Stockings del 1927, venne seguita a ruota nel 1930 dall’attrice Marlene Dietrich nei panni della provocante Lola Lola, nell‘angelo azzurro, arrivando al 1949 con l’attrice italiana Silvana Mangano nel film Riso Amaro.
Le calze sono protagoniste a tutti gli effetti anche del musical Silk Stocking con Fred Astaire dando addirittura il nome al titolo del film.
Come dimenticare anche Jane Birkin in collant in Blow Up di Antonioni, o Jane Fonda in Barbarella, ma soprattutto Anne Bancroft che si sfila le calze velate sotto gli occhi Dustin Hoffman in Il Laureato, un’immagine talmente evocativa da diventare la locandina di questa pellicola iconica e intragenerazionale.
Miti e icone divennero Marilyn Monroe in Bus Stop, Laura Antonelli in Malizia, Kim Basinger in 9 settimane e mezzo, ma più di tutte e prima di tutte Sophia Loren che nel 1963 durante lo spogliarello per Marcello Mastroianni in Ieri, Oggi, Domani ha incarnato uno degli immaginari erotici più intriganti, maliziosi e giocosi della storia del cinema italiano.
LE CALZE E IL RICICLO CREATIVO
Qui troverete un video tutorial molto carino su come costruire dei fiorellini con le calze di nylon
CURIOSITA’
- L’invenzione della calza, nacque nel nome dell’amore coniugale: come ha ricostruito lo Smithsonian Magazine, era il 1953 quando l’americano Allen Gant sr, allora a capo dell’azienda tessile Glen Raven Mills, si sorbì un pomeriggio di lamentele da parte della moglie Ethel Boone, costretta ad accompagnarlo in lunghi viaggi pur essendo incinta. Per lei destreggiarsi tra reggicalze e calze in nylon sul treno era un’impresa. «Ma perché non prendete due calze e le appiccicate a una mutanda?» sbottò la povera Ethel. Giusto, pensò il marito. Il quale pochi anni dopo, nel 1959, metteva sul mercato, accessibile a tutte, il salvavita delle donne che lavorano e che viaggiano.
- Carothers depositò la sua domanda di brevetto nel 1937, ma solo venti giorni dopo egli si suicidò, perdendo così l’occasione di godersi il successo ottenuto dalla sua invenzione e per vedere le donne indossare le calze fully fashioned.
- Esistono calze per tutti i gusti ormai, perfino per le donne intellettuali, grazie all’invenzione di una stilista Israeliana di nome Dega, la quale è riuscita nel suo intento di non far passare mai la cultura di moda, creando le calze letterarie. Adesso ogni donna può esibire il suo amore per la cultura, soprattutto per i libri, semplicemente indossando dei collant. Le calze letterarie puoi trovarle qui.